Quando una situazione ci colpisce molto a livello emotivo, la nostra mente mette in moto un meccanismo di difesa che ci permette di sopravvivere al problema e questo è ciò che si conosce come blocco emotivo. In questo modo attutiamo l'impatto della situazione e ci proteggiamo dal dolore. Più tardi, quando siamo in grado di interiorizzare quanto è successo, accetteremo l'evento e potremo andare avanti. Da questo punto di vista, il blocco emotivo è una cosa positiva perché ci protegge da una situazione che consideriamo potenzialmente pericolosa. Ci impedisce di andare avanti e di farci del male o addirittura di essere vittime di uno stress particolarmente intenso che può generare un trauma.
L'esempio classico di un blocco emotivo difensivo è quando muore improvvisamente una persona cara o quando finisce un rapporto sentimentale. Quando la persona riceve la notizia non l’accetta ma continua con la sua vita normale, perché la sua mente ha bloccato automaticamente l'informazione. Nel frattempo, il suo subconscio sta elaborando, la persona passa attraverso un periodo di adattamento emotivo e, solo quando si è pronti, inizia il vero e proprio duello. In questo caso, il blocco emotivo è uno strumento che aiuta ad adattarsi alla nuova realtà, la persona mette da parte i suoi sentimenti per incontrarli più tardi, quando sarà in grado di affrontarli. Ovviamente i blocchi emotivi si verificano non solo quando ci troviamo di fronte a delle situazioni negative, ma sono anche una risposta a notizie talmente buone da sembrare incredibili. In questi casi, la persona ha bisogno di un periodo di tempo per assimilare l'idea e nel frattempo, è come se non l’avesse percepita, può sentirsi paralizzata o continuare con la sua vita normale, come se nulla fosse accaduto. Come potete immaginare, alcune persone sono più resistenti rispetto ad altre, il che significa che hanno maggiori risorse psicologiche a disposizione per affrontare queste situazioni. Pertanto, un fatto che in alcuni può generare un blocco emotivo, in altri può venire assunto con maggiore naturalezza dato che non genera lo stesso impatto.
Quando il blocco emotivo diventa una barriera La persona non è sempre in grado di superare il blocco emotivo, a volte questo diventa un ostacolo che impedisce di proseguire sulla strada che aveva tracciato; diventa una convinzione limitante e si esprime attraverso il dolore, il senso di colpa, la rabbia, la paura e la tristezza. L'esempio classico è quello di una persona che è stata abbandonata dal suo partner e non accettando la rottura impedisce a se stessa di ricostruire la propria vita sentimentale.
Perché succede questo? In molti casi la persona preferisce rimanere nella sua zona di comfort; per esempio, sceglie di restare ancorata al passato, anche quando questo è doloroso, perché ha paura di affrontare il futuro. Tuttavia, la verità è che non possiamo crescere fino a quando non affrontiamo i blocchi emotivi, perché agiscono come delle barriere che ci limitano emotivamente e cognitivamente. I risentimenti, le ferite non rimarginate, le cose mai dette, e, in generale, tutto ciò che viene immagazzinato e rappresenta in qualche modo un carico emotivo, ci fa molto male. A volte questo danno si traduce in problemi di salute, ma altre volte si esprime nei problemi per relazionarsi con gli altri o mediante la frustrazione e la mancanza di autostima. Pensate al blocco emotivo come ad un pesante fardello da portare in salita che vi impedisce di camminare liberamente. A volte, questo macigno vi costringe a fermarvi lungo la strada, per riflettere e ricaricare le batterie.
Tuttavia, arriva un momento in cui se si vuole progredire è necessario sbarazzarsi della pesante pietra. È importante capire che scollegarci momentaneamente dal problema è utile per proteggerci, ma se entro un tempo ragionevole non ci adattiamo, terminiamo per morire dentro.